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Visualizzazione dei post da aprile, 2020

ALLA FINE DEL MONDO CAPITOLO N° 18

Luciano Benetton – Adolfo Pérez Esquivel                              Lettere 14 giugno 2004 Riceva il mio saluto più cordiale di Pace e Bene. Mi accingo a scriverle la presente, che spero legga attentamente, tra lo stupore e il dolore di sapere che Lei, un imprenditore con notevole visibilità internazionale, si è avvalso del denaro e della complicità di un giudice senza scrupoli per togliere le terre a un’umile famiglia di fratelli Mapuche, nella provincia del Chubut, nella Patagonia argentina. Vorrei ricordarle e informarla che Mapuche significa uomo della terra e che esiste una comunione profonda tra la nostra Pachamama, “la Madre Terra”, e i suoi figli e tribù. Tra le braccia della Pachamama si trovano le generazioni che hanno vissuto e che ora riposano nei tempi della memoria: gli antenati illuminano il presente delle nuove generazioni: la sua identità, valori e tradizioni culturali. Deve sapere che togliendo le terre alle popolazioni native le si condanna a morte, o le

ALLA FINE DEL MONDO CAPITOLO N° 17

Si chiama “Imago Mundi” si legge... Mentre il Gruppo ha continuato a macinare miliardi diventando persino un caso di business innovativo da studiare all’università, Luciano Benetton, tra una laurea ad honorem e l’altra¹⁴³, ha trovato il tempo di ideare un progetto tutto nuovo grazie al quale, attraverso l’arte, compilare una sorta di mappa delle diversità culturali del pianeta all’inizio del nuovo millennio. “Imago Mundi”, questo il nome scelto, lo ha fondato nel 2008 - proprio l’anno in cui ha lasciato il timone della sua azienda in mano al figlio Alessandro e a un plotone di manager, convinto di non tornarci più - e lo sta realizzando grazie alla Fondazione Benetton Studi e Ricerche di cui è presidente. Il meccanismo di “Imago Mundi” è molto semplice: ad ogni artista che intende partecipare gratuitamente al progetto viene fornita una tela di 10x12 centimetri sulla quale può raccontare se stesso oppure il Paese e la cultura a cui appartiene o le problematiche che lo interessano

ALLA FINE DEL MONDO CAPITOLO N° 16

Dalle miniere alle autostrade: l’altra Argentina di Benetton. L’intero stato argentino rappresenta una delle più grandi riserve al mondo di idrocarburi non convenzionali – dopo Cina e Stati Uniti - come shale gas (il gas naturale intrappolato in giacimenti rocciosi, tipicamente argillosi), tight sand gas e shale oil ed è potenzialmente in grado, come fa notare Infomercati esteri della Farnesina, di soddisfare la propria domanda insieme a quella, parziale, dei Paesi confinanti. Per questo motivo ormai da moltissimo tempo il paesaggio è deturpato da colossali trivelle e pompe petrolifere, dai pozzi di estrazione, dalle piattaforme e dalle miniere a cielo aperto, dalle gallerie, dalle officine e dal via vai di macchinari delle più importanti imprese estrattive e minerarie internazionali, autorizzate in maniera del tutto arbitraria - senza aver prima consultato le comunità aborigene, come invece prevedono la Costituzione e la Convenzione 169 dell’Organizzazione Internazionale del Lavo

ALLA FINE DEL MONDO CAPITOLO N° 15

Un’autopsia che non quadra Quando mancano pochi giorni al primo anniversario della scomparsa del brujo, una nuova voce si alza per affermare, forte e chiaro, che “il corpo di Santiago non è stato in acqua per tutto quel tempo ma è stato messo lì in un secondo momento”. Questa volta non si tratta della voce di un Mapuche ma di un criminologo noto in Argentina per aver fondato un istituto privato per l’insegnamento della disciplina e per aver partecipato, come perito, a diverse inchieste scottanti: quella sulla morte del giudice Alberto Nisman, per esempio, o quello sul massacro del Rincon Bomba¹²⁷, anch’esso compiuto dalla Gendarmeria. Proprio nei giorni in cui i Maldonado sono impegnati nell’organizzazione di una grande manifestazione per chiedere allo Stato, una volta ancora, verità e giustizia, Prueger interviene su “Pagina 12” per dichiarare che l’equipe che pochi mesi prima ha firmato l’autopsia ha commesso alcuni errori. Errori gravi, cruciali a suo dire, in grado di comprome
CULLE E LATTE PER GLI ORFANI DI MARZIA (CAMEROUN) L'Associazione Medica Madre Teresa è attiva dal 2007 nel sostegno e supporto di piccoli progetti scolastici, sociali e sanitari in Cameroun e Centrafrica. Negli ultimi anni, ad esempio abbiamo costruito una piccola scuola a Nzila (Centrafrica), ristrutturato i bagni della scuola di Bamabari (Centrafrica) e avviato con il microcredito più di 100 donne ad attività lavorative. I nostri progetti sono capitanati da Monica, una nostra volontaria di Maser, presente sul posto. Ora ci arriva la richiesta di sostenere i bambini dell'orfanotrofio "Santi Angeli Custodi" di Ngaoudere (frazione di Marzia), nel nord del Cameroun, gestito dalle suore della congregazione "Mater Orphanorum". In questa struttura opera Monica e da lei arriva un grido di allarme. A causa del coronavirus e della conseguente crisi economica la situazione di povertà va peggiorando. Aumentano i bambini che vengono abbandonati ma le risor

ALLA FINE DEL MONTO CAPITOLO N° 14

Una perquisizione annunciata «Il corpo è stato sistemato in quel punto e il ritrovamento è solo una messa in scena». Mabel Sanchez, referente della Asamblea Permanente por los Derechos Humanos di Esquel, e Fernando Jones Huala, fratello di Facundo, sono sconcertati. Entrambi erano nel rio Chubut nei momenti fatidici del recupero. «Il cadavere di Santiago era apparso fluttuando, con la pancia in giù […], era molto visibile», ha affermato Fernando, rammentando che due mesi prima erano stati proprio i sub della Prefettura ad assicurare di aver perlustrato ovunque ma di non aver trovato niente. «Se Santiago fosse annegato lo avremmo trovato», avevano concluso. Sanchez, che ha assistito insieme a Julio Saquero anche a tutti i precedenti sopralluoghi – Saquero, inoltre, alle perizie sui furgoni della Squadra di El Bolson - , dopo il ritrovamento non se la sente di nascondere delusione e sofferenza. «Il cadavere galleggiava vicinissimo, in linea d’aria, alla casilla della comunità, in un

ALLAFINE DEL MONDO CAPITOLO N° 13

Dov’è Santiago? Quando i gendarmi finalmente se ne vanno, e tutti fanno ritorno alla Lof, del giovane Santiago Maldonado non c’è traccia. «Lo hanno portato nella estancia», è il timore che prende via via piede tra i membri della comunità. Una delle sue portavoci, Soraya Maicoño¹⁰⁴, racconta successivamente al mensile “Revista Citrica” che il primo agosto, proprio quando la Gendarmeria stava attaccando i Mapuche, nella zona si erano visti girare anche furgoncini dei Benetton. «Dal punto sopra la Ruta 40 dove [le forze di sicurezza] mi hanno tenuta per sei ore, insieme con altre due persone, ho visto passare più volte il capo di Gabinetto del Ministero della Sicurezza, Pablo Noceti, e ho visto circolare anche due furgoncini della estancia Leleque. Andavano al vicino commissariato di Polizia, poi tornavano indietro, si recavano nella Pu Lof en Resistencia e via così: anche loro davano ordini, erano al corrente di quello che stava succedendo. Li avevamo visti anche lo scorso 10 gennaio

ALLA FINE DEL MONDO CAPITOLO N° 12

“Fuego libre!”, gridò la Polizia El Bolson è una cittadina della provincia del Rio Negro celebre per il maestoso Piltriquitron, il monte che la domina con i suoi magnifici boschi ricoperti di cipressi e querce autoctone e per la Feria artesanal, la fiera artigianale regionale che ogni anno richiama nella centrale Plaza Pagano moltissime persone. Negli anni Sessanta gli hippies hanno dato vita qui ad una vasta e autosufficiente comunità. Una eredità, quella dei “figli dei fiori”, ancora oggi florida in molti aspetti della vita di El Bolson: nei processi politici partecipativi per esempio, nell’attenzione all’ambiente, nella permacultura, nella valorizzazione dell’artigianato, nei tanti mercatini di strada, nell’arte, nelle radio libere, nei servizi agli anziani, nell’occupazione delle terre abbandonate. Anche il giovane Santiago Andrés Maldonado, tatuatore, muralista, musicista e pacifista, viene da El Bolson. Per essere precisi è nato il 25 luglio 1989 nella città di Veinticinco

ALLA FINE DEL MONDO CAPITOLO N° 11

Troppa voglia di premere il grilletto Alle 7 del mattino del 10 gennaio 2017 la piccola Pu Lof en Resistencia viene svegliata dal brusco arrivo della Gendarmeria nazionale e della Polizia provinciale del Chubut. Nel giro di pochissimi istanti circa duecento agenti urlanti e arrabbiati, inviati in questo lembo meridionale di Argentina dal Giudice federale di Esquel, Guido Otranto, riescono ad impedire l’accesso a tutte le strade che conducono alla Lof con l’intento di ripristinare la circolazione del Viejo Expreso Patagónico, bloccata settimane prima da alcuni componenti della comunità. Le due forze di sicurezza si presentano nel dipartimento di Cushamen in assetto antisommossa e con, schierati, una massiccia parata di mezzi: ventuno auto, due pullman, un camion idrante, un camion merci, un elicottero, e poi cavalli, furgoni e camioncini⁹⁴. Non mancano gas lacrimogeni, mazze e armi con, in canna, parecchi proiettili di gomma e di piombo. I pochi uomini della comunità presenti in qu

ALLA FINE DEL MONDO CAPITOLO N° 10

Il giovane guerriero che sfida Benetton È dunque grazie al lavoro perseverante e sinergico di queste lobbies, delle istituzioni locali e centrali, dei media “amici”, dei grandi proprietari terrieri se la comunità di persone che si è insediata a Leleque per ripristinare una condizione di vita in armonia con la propria storia e con la natura, è oggi considerata da molti argentini uno dei principali nemici del Paese. Ma è proprio così? Che cosa è successo davvero? Dopo il primo sgombero di polizia, effettuato a poche ore dall’ingresso delle famiglie Mapuche nella estancia Leleque, la comunità è stata oggetto di una mezza dozzina di azioni repressive, di retate e di diverse contestazioni penali (per reati come incendio boschivo, furto, detenzione di bombe molotov, usurpazione, abigeato e altro) mentre una certa stampa si é data da fare nel dipingerla come un’organizzazione di stampo terroristico finanziata assai lontano da lì, oltre l’Oceano Atlantico: nella cara e vecchia Europa⁸⁶.